Biografia

Luigi Tenco fu un cantautore che rivoluzionò il mondo della canzone. Dopo essersi distanziato dalle canzonette, fu il primo a condurre la musica italiana verso canzoni sempre più impegnate con testi che, se c'era qualcosa nel mondo che non andava, lo dicevano chiaro e tendo.
Un modo di far musica che giunse troppo presto per essere capito e, di conseguenza, venne spesso rifiutato. Così, per Luigi, il vero successo arrivò dopo la sua morte; una morte che lo riportò tra le colline della sua valle, al suo paese natale, Ricaldone, dove il cantautore visse i primi anni della sua vita.
Al contrario, infatti, di quanti possono pensare, Luigi era profondamente e indiscutibilmente, piemontese.

Nato a Cassine il 21 marzo 1938, trascorse i primi 10 anni della sua vita a Ricaldone, paese caratterizzato da dolci colline a perdita d'occhio, circondato dall'Appennino Ligure, dal Monferrato e dalla pianura al di là del fiume Bormida.
Qui, la famiglia Tenco visse in una grande casa bianca, una casa che affaccia su un cortile immenso dove il bambino Luigi passava lunghi pomeriggi a giocare, un cortile al quale è costretto a dire addio nel 1948 a causa del suo trasferimento a Genova (“dire addio al cortile, andarsene sognando1”).
Nonostante le diverse possibilità offerte dalla città, questo piccolo borgo dell'alessandrino rimase per sempre nel suo cuore, non solo perché luogo in cui trascorse la sua infanzia ma, soprattutto, perché qui imparò cose semplici ma genuine (“dove ho imparato ad amare il sole…..”). Inoltre qui, visse i tragici momenti della seconda guerra mondiale, quelle terribili sensazioni che ti accompagnano per tutta la vita “li vidi passare vicino al mio campo il sole era alto sui loro fucili… qualcuno di loro mi mandò un saluto, io ero più piccolo delle sfighe di grano (il bambino Luigi aveva all'epoca 5 o 6 anni) ma dentro io ero soldato con loro”

Il paesaggio piemontese rappresenterà, per lui, per lungo tempo, un importante spunto di composizione: ripercorrendo la strada che attraversa Ricaldone, ci tornano alla mente le intense sensazioni rese eterne da versi di Luigi; un paesaggio impresso nell'animo di Tenco tanto da ispirargli, nella versione non definitiva di “Ciao amore ciao” l'introduzione del verso “lo zolfo alle viti”. Un passaggio che riporta al faticoso lavoro del contadino che, in estate, cura le viti con zolfo e verderame, accompagnato ogni giorno dalla preoccupazione di “guardare ogni giorno se piove o c'è il sole…”.
Ma non solo… in alcuni passaggi riaffiora, inoltre, la volontà di tornare nella “sua verde isola”: In particolare il testo de “la mia valle” ha proprio il compito di testimoniare questo desiderio, la volontà di rivivere la semplicità e la genuinità tipica di un paese la cui attività predominante è l’agricoltura.

 

"Se un giorno tu

verrai via con me

amore mio

andremo insieme a vivere là

nella mia valle

dove ho imparato ad amare il sole

perché fa crescere l'erba nei prati

dove ho imparato ad amare la pioggia

perché fa crescere l'acqua nei pozzi.

 

Se un giorno tu

verrai via con me

amore mio

andremo insieme a vivere là

nella mia valle

dove la gente lavora i campi

dalla mattina sino alla sera

senza problemi per il vestire

e con la barba sempre da fare.

 

Se un giorno tu

verrai via con me

amore mio

andremo insieme a vivere là

nella mia valle

e se quel giorno tu non verrai

io dovrò piangere ma andrò da solo

perché se un giorno dovrò morire

voglio morire nella mia valle"

 

Ma non solo… il desiderio di tornare tra le sue immense colline coperte di vigneti è anche sottolineata dai versi “Io vorrei essere là ad inventare un mondo…” ; “mi dico sei libero di tornare indietro ma ormai la mia vita è una prigione di vetro e al di là io vedo te che aspetti invano…”

Ripercorrendo le tappe della vita del cantautore a Ricaldone, ci pare che non sia cambiato molto da allora: la gente continua a lavorare i campi “senza problemi per il vestire e con la barba sempre da fare”, d'estate il chiarore abbagliante della luce del sole rende ancora “bianca come il sale” la “solita strada” che attraversa le vie del paese, tanta gente continua a partire verso la città dicendo “addio al cortile”.
Certo, molte cose sono cambiate da allora; se siamo riusciti a farci un'idea di come potevano essere quei tempi è grazie a chi, come Luigi, ha affidato ad immagini poetiche il compito di tramandarle ai posteri. Molti amici del bambino Luigi oggi non ci sono più, ma i pochi compagni d'infanzia che siamo riusciti ad incontrare lo ricordano come un ragazzo forte, un leader, fu un vero capo carismatico per i ragazzini del paese. Ed in fondo lo è ancora oggi… Oggi che a Ricaldone, come da sua volontà, (“perché se un giorno dovrò morire, voglio morire nella mia valle”) la sua spoglia mortale è custodita nel piccolo cimitero del paese. Oggi che, nel cuore del borgo, rimane la vecchia casa materna a testimoniare il passaggio del tempo. Oggi che i pochi compaesani di allora ricordano volentieri un “giovane angelo” che ha abbandonato troppo presto il mondo terreno.
Tutti ricordi, questi, che fanno parte del materiale custodito dall'Associazione Culturale Luigi Tenco, organizzatrice dell'annuale Isola in collina – tributo a Luigi Tenco – manifestazione nata per non dimenticare il messaggio del cantautore e ricordare un grande della musica italiana che trascorse i primi anni di vita nel nostro piccolo borgo in provincia di Alessandria.